Living Room – La percezione dello spazio domestico ai tempi della pandemia
a cura di Leo Lecci
Prisma Studio, 11 Dicembre – 13 Febbraio 2021
Cesare Bignotti, Eleonora Chiesa, Clorophilla, Isabelle Fordin, Loredana Galante, Monika Grycko, Fabio Moro, Matteo Pulvirenti, Dana Wyse
Living Room è una mostra immaginata come una sorta di camera delle meraviglie contemporanea, in cui il concetto di spazio domestico, fisico e mentale, gioca un ruolo essenziale, venendo richiamato, evocato, restituito nelle sue possibili “atmosfere” dalla combinazione delle opere dei nove artisti invitati. L’esperienza del lockdown della scorsa primavera e quella, ancora in corso, del distanziamento interpersonale, hanno segnato un netto confine tra il “prima” e il “dopo” la pandemia, creando condizioni che ci hanno indotto a ragionare diversamente su molti aspetti della nostra vita dal punto di vista sia individuale sia collettivo e che, inevitabilmente, hanno cambiato anche la nostra percezione dello spazio domestico. La casa, prima intesa da molti come il luogo intimo per eccellenza, come lo spazio nel quale era possibile dismettere gli “abiti sociali” per essere semplicemente se stessi, come il rifugio in cui cercar riparo dalla frenesia e custodire gelosamente porzioni di tempo da dedicare alla cura del se, si e trasformata, nel giro di pochi mesi, in una sorta di gabbia di vetro, dove quello che era privato e diventato pubblico, dove le stanze si sono trasformate nel set delle nostre attività sociali – siano esse quelle legate al lavoro o allo svago -, dove ogni giorno dobbiamo negoziare con i nostri famigliari o coinquilini i confini dei reciproci territori, dove non siamo più in grado di gestire il tempo e dove non siamo più a nostro agio ma, al contrario, ci sentiamo sovraesposti, turbati, straniati, deprivati della nostra libertà di muoverci ed esplorare il mondo outdoor.
La “casa delle meraviglie” costruita negli ambienti di Prisma Studio intende risarcire i suoi visitatori di questa temporanea perdita, accogliendolo in uno spazio popolato di panorami, oggetti, desideri, immagini e feticci, piccole tracce di mondi intimi o manifesti, paure, desideri, forme inquiete: uno spazio “prismatico”, nel quale ognuno può trovare una faccia che lo rispecchia e che lo rimette in comunicazione con il proprio vissuto. Un mondo, dunque, capace di raccontare chi siamo e che, proprio come le nostre case, prevede un percorso al suo interno che parte da una “anticamera” (lo spazio che confina con l’esterno), attraversa uno spazio di raccordo tra pubblico e privato, fino ad arrivare alla stanza più interna, quella della dimensione intima, quella del Se. L’allestimento della mostra e stato curato dall’arch. Caterina Patrocinio con oggetti d’arredo gentilmente prestati da Spazio Giustiniani, Genova
Evento realizzato in collaborazione con : Archivio d’Arte Contemporanea (AdAC), Università di Genova, Spazio Giustiniani, Genova
Rebecca Container, Genova
ENGLISH: The experience of the previous lockdown and the ongoing social distancing have marked a clear boundary between the “before” and “after” the pandemic, creating conditions that led us to think differently on many aspects of our life from both an individual and a collective point of view. These aspects, inevitably, have also changed our perception of the domestic space. In the past the home was regarded in several peculiar ways: it was considered as the intimate place par excellence, as the space where it was possible to take off the “social clothes” and to simply be oneself, but also as a shelter against the frenzy modern times and as a place where it was possible to dedicate time to the self-care. In just a few months the house has turned into a sort of glass vitrine, where the private becomes the public and the rooms have been transformed into a set for our social activities – whether related to work or to our personal relationships. Today we have to negotiate with our family members or roommates the borders of each other’s territories, the time-management becomes increasingly hard and, paradoxically, we do not feel any more at ease in our own private house: we feel overexposed, disturbed, estranged, deprived of our freedom to move and explore the outside world.
Thinking about these assumptions together with Leo Lecci, professor of contemporary art history at the University of Genoa, Prisma Studio has realized a project involving nine artists, from Italy and abroad, in order to interpret through some of their works, not necessarily created during the pandemic but in some way related to, the unprecedented situation that we have experienced and that we are partially still experiencing. Conceived as a sort of contemporary Wunderkammer, the exhibition Living Room is a chamber of wonders where the concept of domestic space, physical and mental, plays an essential role. This idea has been evoked, displayed and exhibited according to its possible “atmospheres” through the interplay of the works by the nine artists: Cesare Bignotti, Eleonora Chiesa, Clorophilla, Isabelle Fordin, Loredana Galante, Monika Grycko, Fabio Moro, Matteo Pulvirenti, Dana Wyse.
The exhibition set up in Prisma Studio was made by the collaboration of the architect Caterina Patrocinio who has used, in dialogue with the works of the artists, furnishing items kindly provided by Spazio Giustiniani (Formadesing)